viernes, 1 de diciembre de 2017

HAI POCA MEMORIA? TI SVELO LA FORMULA SEGRETA PER RICORDARE



Avere poca memoria è il tallone di Achille di migliaia di studenti, ma fortunatamente esiste una formula segreta per imparare a ricordare senza troppo sforzo.
Se solo ricordassi il tuo nome ti chiederei dove ho lasciato le chiavi.”
Sticker Bumper.
Quante volte ti è capitato di pensare: “Acciderbolina! Ho la memoria di un bradipo nano delle Ande svizzere! Se solo riuscissi a memorizzare di più e più in fretta adesso sarei in pari con i miei esami e potrei studiare in metà del tempo!“. Si, magari non ti sarai paragonato esattamente ad un bradipo nano delle Ande svizzere, ma il succo del discorso non cambia: hai poca memoria.
Nella mia guida Studia meno, Studia meglio sostengo che la memoria sia solo uno dei tanti strumenti a nostra disposizione per migliorare il rendimento accademico. Al contrario, troppi studenti si affidano unicamente alla memorizzazione per i propri esami, dimenticando l’importanza di adottare un metodo di studio “integrato”, ovvero un metodo di studio che prenda in considerazione tutti gli aspetti dell’apprendimento.
Si, si, vabbè Andre’, il predicozzo lo hai fatto, tu hai la coscienza pulita, noi siamo tutti felici e contenti, ma adesso spiegami ‘sta formula segreta della memoria che mi aspettano 789 pagina di Diritto Privato. Su forza, scattare!
Già in passato ho condiviso con te quelle che ritengo essere le tecniche di memorizzazione più efficaci e ti ho anche raccontato di come sia possibile, con la giusta pratica, memorizzare un libro di 200 pagine in 40 minuti (beh, più o meno)… oggi vorrei fare un passettino in più, vorrei spiegarti qual è la formula che si nasconde dietro una memoria prodigiosa e come puoi sfruttarla a tuo vantaggio per ricordare tutto quello di cui hai bisogno.

La formula segreta della memoria

Tranquillo, non voglio annoiarti a morte spiegandoti i meccanismi biochimici che regolano la nostra memoria. La formula di cui ti parlerò in questo articolo in realtà è molto semplice da ricordare, e una volta che ne avrai capito il meccanismo di base non ci sarà più libro di testo, data o fatto storico che potrà sfuggire alla tua memoria.
Sei pronto? Eccola qua…
Memoria = (Emozioni x Frequenza) / Tempo
Questa semplice formuletta afferma che: la nostra capacità di memorizzare un’informazione è direttamente proporzionale alle emozioni che tale informazione ha suscitato in noi e alla frequenza con cui questa informazione ci viene riproposta; mentre è inversamente proporzionale al tempo intercorso tra la prima volta che abbiamo recepito quella specifica informazione e l’ultima volta che lo hai fatto.
Non c’hai capito ‘na mazza, vero? Ok, semplifichiamo!
Se vuoi memorizzare qualcosa devi provare delle forte emozioni, ripetere l’esperienza quante più volte possibile e fare il tutto nel più breve lasso di tempo.
Così va meglio, eh? Vediamo allora nel dettaglio i 3 elementi chiave della formula: le Emozioni, la Frequenza ed il Tempo.

Emozioni

Pensa ad un ricordo della tua infanzia che è ancora cristallino nella tua mente: cosa stavi facendo in quel momento? Ma soprattutto, cosa stavi provando?
Sono pronto a scommettere una tazzina di caffè che questo ricordo è legato a delle emozioni positive/negative molto forti. Dico giusto o ho ragione?
Le emozioni giocano un ruolo fondamentale nel processo di memorizzazione. Le emozioni sono come il materiale su cui i ricordi vengono scritti: soffice sabbia di battigia per quei ricordi che non hanno suscitato in noi particolari emozioni, marmo scolpito per quei ricordi che ci hanno stravolto la vita.
Andre, questa cosa del legame tra emozioni e memoria è tanto interessante quanto… inutile! Con tutta la buona volontà, studio delle materie talmente noiose che per emozionarmi un minimo dovrei darmi una martellata sull’alluce!
Vedo che hai colto il punto: spesso abbiamo difficoltà a memorizzare, proprio perché non riusciamo ad instaurare alcun rapporto emotivo con ciò che stiamo studiando. Lo so, lo so, non è facile emozionarsi per un trattato di biologia molecolare o un testo di diritto privato, ma EfficaceMente che ci sta a fare se non ti fornisce qualche bella soluzione pratica?

Ripetere in dialetto

Ai tempi dell’università il trucchetto che utilizzavo più spesso per memorizzare trattati di ingegneria mortalmente noiosi era quello di ripeterli sostituendo di tanto in tanto alcuni termini altisonanti con qualche bella espressione in dialetto marchigiano. Così ad esempio, la seguente definizione:
“Il controllo automatico di un dato sistema (di un motore, di un impianto industriale, di una funzione biologica come il battito cardiaco) si prefigge di modificare il comportamento del sistema da controllare (ovvero le sue uscite) attraverso la manipolazione delle grandezze d’ingresso”.
diventava,
“Il controllo automatico di un aggeggio serve a cambia’ quello che fa ‘sto coso (ovvero quello che scappa) andando a modifica’ quello che ce metti dentro”.
Naturalmente, nel corso degli orali ho sempre risposto alle domande in perfetto italiano, che neanche l’Accademia della Crusca, ma il trucchetto del dialetto mi permetteva di ottenere un duplice risultato:
1.   Se riesci a descrivere qualcosa nei termini più semplici possibili, come se lo dovessi spiegare a tua nonna, significa che hai capito davvero quanto stai studiando e la comprensione è fondamentale per la memorizzazione.
2.   Ripetere certe definizioni tecniche in dialetto ti fa sentire talmente ridicolo, che le emozioni di ilarità che avrai scatenato scolpiranno le informazioni nella memoria.
Ripetere in dialetto è solo una delle possibili tecniche che puoi utilizzare per memorizzare attraverso le emozioni. In generale ti suggerisco di rendere le tue sessioni di studio “memorabili”: ripeti ad alta voce gesticolando in modo plateale come se fossi sul palcoscenico di un teatro, associa personaggi buffi di cartoni animati o sitcom televisive agli argomenti di studio creando storielle improbabili, ripeti la tua lezione come se fosse una canzone RAP, e così via.
Insomma, se credi di avere poca memoria, impara ad utilizzare la tua fantasia per aggiungere pepeai tuoi pomeriggi di studio: non potrai fare a meno di ricordare.

Frequenza

Come abbiamo visto, le emozioni non bastano per creare un ricordo indelebile. Un ruolo molto importante è giocato anche dalla frequenza di ripetizione.
Questo in fondo è un meccanismo molto ben conosciuto dai pubblicitari: ti bombardano con un determinato spot televisivo finché al supermercato, magari inconsapevolmente, sceglierai la loro marca di deodorante.
Come utilizzare questa tecnica a nostro vantaggio? Come ho già avuto modo di raccontarti in passato, il mio consiglio è quello di utilizzare un “protocollo di ripetizione“, eccotene un esempio:
·        Ogni 50 minuti di studio, fai un elenco dei punti che desideri ricordare e ripassali per 10 minuti (creando così sessioni di studio di 1h) .
·        Al termine della giornata (prima di andare a dormire), ripassa l’elenco dei punti chiave per 10 minuti.
·        Dopo 3 giorni, ripassa per l’ultima volta l’elenco dei punti chiave per altri 10 minuti.
Questi rinforzi ti aiuteranno a stampare in modo indelebile nella tua memoria ciò che vuoi ricordare.

Tempo

L’ultimo elemento della formula segreta della memoria è forse quello più trascurato ed è forse la causa principale dei troppi studenti fuori corso che ci sono in Italia.
Per preparare un esame efficacemente non devi mai trascurare il fattore tempo: come visto spiegando la formula della memoria, riuscirai a memorizzare tanto più un insieme di informazioni quanto più vi sarai esposto in modo “massiccio” in un lasso di tempo LIMITATO.
Questo in fondo è il metodo di funzionamento dei corsi intensivi ed è il motivo che ne ha decretato il successo.
Per lo stesso motivo dovresti riuscire a dare un esame subito dopo averne frequentato le lezioni, concentrando in pochi mesi la fase di apprendimento e studio. Se questo non ti è possibile, ricordati del fattore tempo quando pianifichi la tua sessione di esami universitari: concentra quanto più possibile lo studio di un esame, evitando di passare da una materia all’altra e diluendo così la tua preparazione. Se vuoi approfondire come i limiti di tempo possono aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi, ti consiglio di darti una letta alla “Legge di Parkinson“.


https://www.efficacemente.com/2012/09/poca-memoria/

miércoles, 1 de noviembre de 2017

PRESENTARE LE PROPRIE COMPETENZE LINGUISTICHE SUL CV

Sapete che le competenze linguistiche, soprattutto di inglese, sono importanti per la propria carriera e avete investito per fare progressi nella padronanza della lingua. Quindi, qual è il modo migliore per presentare le proprie competenze linguistiche sul CV?

Perchè è importante certificare
La prima cosa da capire è l’importanza di certificare le proprie competenze linguistiche con una certificazione linguistica riconosciuta. Così come il mondo è diventato più digitale, anche il processo di selezione per un impiego ha fatto altrettanto. Questo ha reso molto più semplice candidarsi per un lavoro, ma significa anche che ora i manager sono sommersi di CV. Dimostrare le proprie competenze aiuta ad eliminare ogni dubbio sul vostro livello di conoscenza di una lingua, che altrimenti potrebbe farvi finire nella pila dei “no”. Una certificazione vi permette di distinguervi dagli altri candidati e aumenta la visibilità del vostro CV. LinkedIn ha recentemente rivelato che inserire competenze certificate sul proprio profilo aumenta le visite fino al 600%.

Scegliere una certificazione linguistica
Scegliere un test riconosciuto per la certificazione linguistica può essere difficile, dipende dalla lingua, dato che ci potrebbero essere diversi test disponibili. Ai fini del vostro CV, l’aspetto principale da considerare è il rigore accademico del test. Un test di scarsa qualità non attesterà correttamente il vostro livello e metterlo sul CV non vi farà sembrare dei candidati affidabili. Per questo motivo è meglio attenersi ai test creati dalle organizzazioni internazionali tramite esperti nella valutazione della competenza linguistica.

Un’altra considerazione importante è ovviamente di natura pratica: costo e convenienza. I test di certificazione più affidabili costano oltre i 180 euro a sessione e si possono sostenere solo in date specifiche. Una eccezione è l’EFSET, un test di inglese online gratuito, che è stato creato sugli stessi standard degli altri test più importanti.

Inserire la certificazione linguistica nel proprio cv

Una volta in possesso della certificazione linguistica, dovete presentare il vostro punteggio in una forma che sia facile da capire. Raccomando di includere il nome del test, il punteggio ottenuto e un’indicazione del livello (ad esempio: “Intermedio”), nel caso in cui il datore di lavoro non sia familiare con il sistema di valutazione dei vari esami. Questo dimostra che possedete una competenza certificata e rende più semplice per un datore di lavoro capire i risultati.

Seguendo questo consiglio, la sezione dedicata alle competenze linguistiche sul vostro CV avrà più o meno questo aspetto:
* Francese: DELF B2 (Independant user)
*Inglese: EFSET 60 (Upper intermediate)
* Giapponese: JLPT N4 (capacità di comprendere il giapponese base)

E se non avete certificazioni?
Potreste ancora trovarvi senza certificazioni linguistiche. Questo vale soprattutto per le lingue diverse dall’inglese, per le quali non c’è nessun test di qualità disponibile gratuitamente. In questo caso, la vostra opzione migliore è quella di fare riferimento alle scale di valutazione create dalle agenzie governative e fare un self-assessment, cioè un’autovalutazione. In Europa, la scala standard si chiama CEFR mentre negli Stati Uniti ce ne sono due: ACTFL e ILR. Potete trovare scale standard e strumenti per l’autovalutazione, di solito presentati come una lista di competenze, nella maggioranza delle lingue.

Usate gli strumenti di autovalutazione per determinare il vostro livello in ogni lingua che parlate. Assicuratevi di includere anche una specificazione del livello. Ad esempio:
*Tedesco: CEFR B2 (Upper Intermediate)

Anche se queste scale di valutazione non sono ampiamente conosciute tra i datori di lavoro e l’autovalutazione non è notevole quanto un test ufficiale, sembrerà più professionale rispetto ad usare una indicazione generica del proprio livello, tipo “fluente” o “conversazionale”.

 Includere altre rilevanti esperienze linguistiche

Se avete un’esperienza di lavoro o di studio rilevante in un’altra lingua, includetela in aggiunta alla certificazione sul vostro CV. Per esempio:
*5 anni di esperienza lavorativa con clienti inglesi

*un anno di scuola superiore in Giappone
Dimostrare che avete usato con successo una lingua in un contesto è sempre importante per un futuro datore di lavoro.
Quando non inserire competenze linguistiche sul proprio CV
Ci sono casi in cui è meglio non inserire sul CV dettagli sulle competenze linguistiche.
Livello principianti: In generale è meglio non inserire competenze linguistiche quando avete un livello da principianti. Non sarete in grado di lavorare davvero in queste lingue ed inserirle nel vostro CV vi fa sembrare meno professionali. L’eccezione esiste se avete un interesse personale ad imparare molte lingue e lo volete inserire nella sezione “hobby” o “Interessi personali”, invece di quella “competenze linguistiche” del CV.
Posizioni molto importanti: Nelle posizioni più importanti delle organizzazioni internazionali, la padronanza dell’inglese è data per scontata. In questo caso, inserire le proprie competenze linguistiche sul CV è superfluo.
Siate onesti
Quando scrivete il CV, è importante dimostrare il lato migliore di voi senza aver paura di inserire le proprie abilità. Per questo motivo, le persone sono a volte tentate di esagerare le loro competenze. Comunque, non essere sinceri sulle proprie competenze linguistiche vi danneggerà sempre in un contesto professionale. Anche se ottenete un colloquio attraverso un’affermazione falsa, il responsabile delle assunzioni lo scoprirà durante il colloquio, o sarete scoperti il primo giorno di lavoro e difficilmente manterrete il posto.

Se temete che le vostre competenze linguistiche non siano abbastanza buone, investite in qualche corso di lingua o provate alcune delle numerose risorse disponibili online. Durante un colloquio, potete parlare al manager della vostra preparazione in corso, i datori di lavoro sono sempre colpiti dai candidati che si impegnano davvero per migliorare le proprie competenze.

https://www.ef-italia.it/blog/general/presentare-le-proprie-competenze-linguistiche-sul-cv/