miércoles, 8 de abril de 2020

APPLICAZIONI EVOLUTE DI PROGRAMMAZIONE NEURO LINGÜÍSTICA PER LA FORMAZIONE E L’APPRENDIMENTO

Applicazioni Evolute di Programmazione Neuro Linguistica

per la formazione e l’apprendimento

 

Metodo per il Training Linguistico e l’Hypnoapprendimento delle lingue straniere


Imparare significa scoprire quello che già sai.
Fare significa dimostrare che lo sai.
Insegnare è ricordare agli altri che sanno bene quanto te.
Siate tutti allievi, praticanti, maestri.
(Illusioni, Richard Bach)
Il metodo di Hypnoapprendimento delle lingue straniere combina le esperienze e le competenze di Interprete, di Coach e di Master Trainer di Programmazione Neuro Linguistica.
L’obiettivo primario del training linguistico è supportare l'allievo mentre impara ad imparare.
La didattica tradizionale, opportunamente strutturata e presentata in forma intensiva, viene favorita ed integrata con:
- tecniche di PNL per migliorare l'apprendimento e l'assimilazione concettuale, per approfondire e rendere più efficaci gli stati di concentrazione e memorizzazione;
- tecniche di autoipnosi per consolidare e potenziare l'apprendimento e, insieme al coaching linguistico, promuovono lo sblocco delle normali abilità logico-analitiche per integrarle con le innate capacità creative, la spinta motivazionale e il superamento di convinzioni limitanti.
Il Metodo consiste in moduli di incontri intensivi in full-immersion (insegnamento frontale integrato con coaching linguistico calibrato dal trainer linguista) da consolidare in autonomia dall’allievo quotidianamente con l’ascolto di tracce audio (audio-grammatica, audio-glossari) in rilassamento guidato ed eventualmente anche con esercizi, letture e ripassi secondo il tradizionale metodo analitico su dispense. Il lavoro viene verificato con un progress-check a distanza dopo alcune settimane dal seminario per rinnovare la relazione docente-allievo, valutare il livello di assimilazione, risolvere e superare eventuali blocchi, suggerire approfondimenti prima di procedere alla fase successiva di apprendimento.
Presupposti del metodo:

   Lo scopo è insegnare ad apprendere, stimolando in ogni singolo studente le proprie personali e uniche risorse di apprendimento ed elaborazione. La convinzione di base è che esistano potenzialità di apprendimento uniche in ogni individuo. Scopo del formatore-coach è farle emergere e portarle alla consapevolezza dello studente, che sarà l’attore protagonista del processo. In questa didattica integrata il docente non è tanto colui che eroga un proprio sapere, ma invece colui che sa comunicare e trasmettere conoscenze e saperi universali, ricevendone dall’allievo un feed-back dalla cui analisi deriva il successivo livello di formazione.

   L’apprendimento delle lingue (come di qualunque disciplina) è una capacità innata di ogni persona, direzionata dal naturale istinto di sopravvivenza nel caso della lingua e comunque alimentata dall’interesse e dalla curiosità. Come apprendono i bambini? Si divertono, sono curiosi, entusiasti, energici, amano il movimento e, nel caso delle abilità linguistiche, apprendono per “assorbimento”, perché frequentano la lingua. Se non esistono ostacoli oggettivi all’apprendimento, l’unico limite è rappresentato dalle credenze e convinzioni negative.

   Il livello e la qualità dell’apprendimento dipendono dallo stato psico-fisico: fisiologicamente un atteggiamento posturale rigido implica un’impostazione logico-analitica, ma rischia di bloccare le potenzialità creative e associative. Il ruolo del formatore è attivare entrambe le facoltà per permettere un apprendimento completo (lineare e creativo contemporaneamente). Le tecniche di respirazione, di rilassamento e l’autoipnosi accelerano, perché integrano, le normali facoltà di apprendimento.

   Il corpo comunica “globalmente”, quindi “olisticamente”: per questo grande importanza viene data agli stati di eccellenza personali durante l’apprendimento, fatti sì di abilità cognitive, ma anche, e prima, di stati fisiologici e ambientali ottimali: corpo e mente, anzi menti (l’emisfero destro e sinistro insieme) alleate. Proprio come la comunicazione, anche l’apprendimento è un’esperienza globale dell’individuo, che coinvolge sia le sue abilità razionali, sia il suo universo creativo e intuitivo.

   La valenza della comunicazione “globale”: un processo comunicativo è composto da una parte verbale, ossia logica (i concetti, le parole, che rappresentano il 7% della quota totale di comunicazione) e da una parte non verbale, ossia inconsapevole, rappresentata dalla comunicazione globale del corpo (linguaggio non verbale e  paraverbale, vale a dire in che modo “inconsciamente” comunichiamo con il corpo e con la voce). Questa parte rappresenta il 93% della comunicazione totale…per assurdo, per parlare una lingua straniera un ottimo punto di partenza sarebbe….non parlare! E lasciare che sia il corpo a parlare… Ne potrebbe quindi risultare che imparare una lingua straniera è molto meno impegnativo del previsto, circa il 93% in meno!
  
   La noia è nemica dell’apprendimento: la nostra mente si diverte ad imparare; lasciamola divertire e imparerà molto di più e molto più velocemente. Per questo motivo il formatore dirige l’attenzione e mantiene il focus dei propri allievi, stimolando continuamente il loro interesse e la loro curiosità. Il formatore è presente nel mantenere un ritmo dinamico nelle sessioni: attesa, sopresa, novità, emozione stimolano l’attenzione e focalizzano l’allievo. L’alternanza di attività di insegnamento / sperimentazione / dibattito / domande e risposte contribuiscono ad aumentare ulteriormente l’interesse e la partecipazione. Un’atomosfera di positiva distorsione temporale generata da un naturale stato di divertimento permette agli allievi di frequentare seminari di lunga durata avendo una percezione abbreviata del tempo. Le sessioni di rilassamento allentano lo stato di attenzione cosciente e agevolano il recupero di preziose energie “work-in-progress”.

  L’apprendimento “dinamico” implica la sperimentazione della conoscenza (creazione accelerata di connessioni sinaptiche). Integrando la didattica tradizionale con applicazioni di PNL (visualizzazioni e Time Line per esempio) si permette allo studente di sperimentare mentalmente la conoscenza, facilitando in questo modo il suo accesso nell’ambito della competenza inconscia.

  L’apprendimento eccellente è compreso all’interno di un paradigma di successo: con l’ausilio del formatore-coach l’allievo stabilisce un suo obiettivo” di apprendimento (nella sua accezione piennellistica), compreso in una strategia di eccellenza, lavorando sulla propria evoluzione personale, sull’espressione delle proprie risorse e potenzialità.

 In ultima analisi, il ruolo del formatore è accendere la passione all’apprendimento,
della disciplina di insegnamento nel breve termine e come stile di vita a lungo termine.
La mente non è un vaso da riempire,  ma un legno da far ardere,
perché s'infuochi il gusto della ricerca e l'amore della verità. (Plutarco)
  
Nella formazione integrata il ruolo del docente diventa al tempo stesso quello di attore e di regista. Il formatore è attore di se stesso, ha una caratterizzazione e un copione: quello di essere un eccellente comunicatore oltre ad essere un esperto della sua disciplina. Il formatore è regista perché, mentre svolge il suo ruolo, sa anche giostrare i suoi attori-studenti sul suo stesso palcoscenico. Il formatore sa entrare in sintonia con ogni allievo, sa stabilire rapport naturalmente, sa comunicare all’emisfero sinistro veicolando con maestrìa e fluidità la comunicazione verbale e all’emisfero destro utilizzando ogni strumento di comunicazione non verbale; sa gestire ogni singolo feed-back e ricalibrare il livello comunicativo, pur rimanendo presente e consapevole di se stesso. L’opera è il miracolo dell’apprendimento!

Per questa ragione, alla preparazione professionale del docente si accompagna una attenta centratura personale. Prima delle sessioni la focalizzazione si concentra sul punto di equilibrio e sullo  stato di presenza ottimale; energeticamente si attiva ai massimi livelli. Sa applicare un protocollo di autocoaching per alimentare motivazione e convinzione del risultato della sessione (gli allievi apprendono!). Durante la sessione di insegnamento sa essere rilassato e sereno, ma al tempo stesso deciso e dinamico, spontaneo, incoraggiante, divertente, attento a ogni partecipante e pronto a celebrarne ogni piccolo successo.


Dai fondamenti teorici della Programmazione Neuro Linguistica
all’applicazione del Metodo del Training Linguistico e dell’Hypnoapprendimento delle lingue straniere

Ispirandosi ai lavori del linguista Noam Chomsky e alla sua teoria del linguaggio, i teorici della Programmazione Neuro Linguistica, John Grinder e Richard Bandler, applicano i principi della Struttura Profonda e della Struttura Superficiale del linguaggio per enunciare il principio della PNL “La mappa non è il territorio”.

Esistono una realtà oggettiva (il “territorio”, che è il mondo che sperimentiamo) e una realtà soggettiva (la “mappa”, che è l’immagine mentale che si crea nella mente a proposito della sperimentazione del mondo). Le due cose raramente coincidono… Esiste poi una differenza tra il nucleo di pensiero (la “struttura profonda” del linguaggio) e la parola che lo esprime (la “struttura superficiale” del linguaggio) Anche in questo caso le due cose raramente coincidono... Quasi come osservare un iceberg…la parte emersa e visibile (la parola) non rappresenta tutto l’iceberg (il pensiero)… Nella struttura profonda del linguaggio è presente il nucleo linguistico completo dell’esperienza (il territorio), che è molto diversa dal linguaggio utilizzato per comunicarla (la mappa), cioè la struttura superficiale. Questa rappresenta soltanto simbolicamente la struttura profonda del linguaggio, in quanto è il risultato di un complicato processo di filtraggio (i metamodelli elaborati dalla PNL, cioè i nostri processi interni di modellamento) e di scorciatoie attivate dalla mente per la sua naturale incapacità di elaborare tutti gli input; per questo la struttura superficiale è necessariamente incompleta e deformante, anche se può essere volontariamente arricchita con l’uso cosciente del linguaggio, cioè l’approccio analitico della PNL e dei suoi modelli di applicazione.

Secondo il linguista Chomsky nella struttura profonda del linguaggio esistono “strutture universali” (forse qualcosa di assimilabile agli archetipi di Jung?) che appartengono ai nuclei essenziali di qualunque lingua, le quali permettono all’individuo di organizzare i pensieri ed esprimerli. E’ una “Grammatica Universale”, una facoltà propria dell’uomo di elaborare i pensieri ed esprimersi con un linguaggio (struttura superficiale), che deriva dalla sua esperienza diretta di quell’ambiente, cioè di quello spazio e di quel tempo. Basandosi quindi sulla teoria dell’ “innatismo” si può affermare che ogni individuo possieda le normali potenzialità innate di imparare una lingua, e, aggiunge la PNL, se si può imparare una lingua, allora si possono imparare anche altre lingue…è sufficiente costruire sulla struttura profonda (innata, comune a tutti gli esseri umani) una struttura superficiale composta da suoni diversi, architetture di pensiero modificate, ingegnerie semantiche differenziate.


HYPNOAPPRENDIMENTO DELLE LINGUE STRANIERE

 Questo metodo integrato, che coniuga tradizione ed innovazione, si articola su tre livelli interdipendenti e interattivi:
                                1) COACHING LINGUISTICO
                                2) STRUMENTI DI LAVORO
                                3) PROGRAMMA DIDATTICO AD HOC

A) PRIMO LIVELLO – COACHING LINGUISTICO

Una fase di coaching precede l’esordio del training linguistico vero e proprio:

PRIMO PASSO: FISSARSI UN OBIETTIVO
L’ OBIETTIVO di lavoro di questo programma è IMPARARE AD IMPARARE UNA LINGUA.

La nostra mente ha bisogno di un obiettivo per attivarsi. Diamole una direzione! L’obiettivo di lavoro  permette di focalizzare l’attenzione, di concentrarsi nel processo di apprendimento, di dirigere l’interesse e di stimolare la curiosità, di amplificare l’energia mentale, affinché l’apprendimento diventi sempre più fluido ed efficace e possa essere motivo di scoperta e divertimento. Il divertimento potenzia l’apprendimento e facilita le associazioni mentali che rendono la memorizzazione più efficace, anche a lungo termine.

PASSO SUCCESSIVO: LA FORZA DELLA MOTIVAZIONE

Devo imparare la lingua o VOGLIO imparare la lingua?

Per quale ragione imparo la lingua?

Quanto mi motiva?

La motivazione rappresenta il carburante a disposizione nel serbatoio per il viaggio: una motivazione attivante permette di partire per un viaggio lungo, piacevole e proficuo.

 

ULTERIORE PASSO: LA CALAMITA DELLE CONVINZIONI LIMITANTI

Robert Dilts ci ricorda che: “Le nostre convinzioni sono una forza potentissima che agisce sul nostro comportamento. E’ saggezza comunemente condivisa che se qualcuno crede veramente di essere in grado di fare qualcosa, certamente la realizzerà, mentre se crede che una cosa sia impossibile, nessuno sforzo potrà convincerlo che tale cosa possa essere realizzata” (R. Dilts, I Livelli di Pensiero)

A volte, alcune convinzioni negative possono impedirci di raggiungere i nostri obiettivi:

-       “Non ho predisposizione ad imparare le lingue.. Sono sempre stato rimandato.”
-       ” Mah, proviamo... ho già fatto tanti corsi...”
-       “….ormai alla mia età non si impara più…”

e ancora tante altre… tutti pregiudizi che rallentano e allontanano il raggiungimento del nostro obiettivo.


La Programmazione Neuro Linguistica offre tecniche efficaci per superare gli stati limitanti e trasformare gli ostacoli in opportunità.

D’altra parte, le convinzioni potenzianti opportunamente dirette e messe a frutto alimentano la  motivazione in un circolo virtuoso accelerando il percorso verso l’obiettivo.

B) SECONDO LIVELLO

ESPLORAZIONE DEGLI STRUMENTI DI LAVORO NELLA FORMAZIONE INTEGRATA


LUCE

 Grazie alle tecniche di Lux Mind® (copyright ISI-CNV) basate sugli studi del Dott. Lefebure e integrate con tecniche di PNL, i docenti dell’ISI-CNV stimolano gli allievi ad attivare ed accedere ad ulteriori energie mentali. Vengono applicate tecniche integrate, in cui il fotoeco (fosfenini per la memoria visiva) si associa a stimoli uditivi (alternofonia per la memoria uditiva) e cenestesici (movimenti ritmici per la memoria muscolare) per ottimizzare e accelerare l’apprendimento.

“ In effetti la luce è un’energia. Colpendo l’occhio, provoca delle reazioni chimiche ed elettriche nel cervello, le quali producono delle sincronizzazione tra le cellule cerebrali, accelerando ed amplificando i processi fisiologici. La breve fissazione di una sorgente luminosa provoca l’apporto di una energia supplementare nell’insieme della massa cerebrale, il che migliora le capacità mentali (memoria, ideazione, creatività, iniziativa etc.), quindi l’intelligenza nel suo insieme” (Dr. F. Lefebure, Gli effetti del mixaggio fosfenico in pedagogia, Ed. Phosphénisme)

 

RESPIRAZIONE

Le tecniche di respirazione ritmica, oltre ad offrire un immediato riequilibrio delle nostre potenzialità, permettono di incrementare l’apporto di ossigeno all’interno del nostro corpo e di ottimizzarne l’utilizzo. Ricordiamo che l’ossigeno è energia!

 

RILASSAMENTO

Le tensioni muscolari disperdono energia: è come viaggiare con un buco nel serbatoio.... Grazie a tecniche di rilassamento e di autoipnosi impariamo a riconoscere e lasciare andare le tensioni e a predisporci adeguatamente allo stato di apprendimento. In stato di rilassamento il nostro emisfero creativo è altamente ricettivo e veloce ad offrirci associazioni ed intuizioni.

 

TECNICHE DI APPRENDIMENTO, CONCENTRAZIONE E MEMORIZZAZIONE

 Le tecniche sperimentate in aula permettono di accedere a stati di alto apprendimento e concentrazione. Il materiale audio fornito insieme alle dispense agevola e consolida la memorizzazione e l’assimilazione degli argomenti. Per la massima efficacia del programma occorre attenersi alle istruzioni del docente.

Le esercitazioni in aula preparano il lavoro individuale di interiorizzazione delle strutture grammaticali e sintattiche, come pure di assimilazione del vocabolario: per acquisire naturalmente un vocabolo sfruttiamo tutte le nostre risorse, lavorando sui diversi canali percettivi in sinestesia (VAK, cioè visivo, uditivo, cenestesico), sperimentando quel vocabolo mentalmente, lasciandoci guidare dalla nostra parte creativa nella costruzione di una immagine mentale che ci appartenga, che sia il più possibile reale, divertente ed anche un po’ assurda, dandole vita e movimento, completandola con suoni, articolazione vocale, sensazioni ed emozioni e qualunque altro elemento affiori spontaneamente alla nostra mente. In questo processo creativo le facoltà mentali sono particolarmente attive e ci aiutano a creare spontaneamente delle associazioni, collegando in un flash vocabolo italiano ed inglese, lavorando sulle assonanze dei due vocaboli.

Partiamo dal vocabolo italiano e costruiamo una nostra immagine mentale: questo processo è immediato se il vocabolo si riferisce a qualcosa di concreto (ad esempio una biro), diverso se il termine è astratto (la felicità), ma la nostra mente è altrettanto immediata nel lasciare affiorare spontaneamente la nostra esperienza di quel vocabolo.

Prendiamo ora il vocabolo inglese (pen), guardiamolo (V) e pronunciamolo (A), poi sperimentiamolo (K) e costruiamo un’immagine mentale lasciandoci guidare dal suono: una “pen” (=biro) diventa facilmente una “penna”.

Ora diamo vita, movimento, emozione e divertimento a quell’immagine mentale che è nata, lasciamo libera la nostra parte creativa senza limiti razionali, l’ironia e l’assurdita, “per assurdo” facilitano la memorizzazione.

Sperimentiamo un istante l’immagine/vocabolo. La penna potrebbe per esempio cominciare a svolazzare (ascoltiamo il rumore della vibrazione della penna nell’aria - A -) e disegnare,  con tanti colori colori ( V )  una persona che ci è particolarmente cara (sperimentiamo l’emozione – K -), mentre scrive con una biro .

Prendiamo il vocabolo astratto (felicità=happiness): guardiamo, pronunciamo, ascoltiamo, magari riscriviamo anche la parola “happiness”, poi sperimentiamo un momento felice (K), visualizziamoci (V) mentre, a bocca aperta parliamo felicemente (A) emettendo (l’h inglese deve essere pronunciata, emettendo aria dalla bocca) tante piccole api felici e sorridenti che svolazzano cantando “Felicità” di Albano e Romina mentre disegnano con il miele due “s” sopra una torta di compleanno (happiness si pronuncia “hapines”= h + apine +ss ).

L’istinto guida ognuno di noi in questo processo unico; più siamo rilassati (stato fisiologico potenziante), incuriositi (motivazione) e focalizzati nel processo di memorizzazione (l’obiettivo di lavoro), più facilmente lasciamo libere nostre potenzialità creative di esprimersi, divertendoci, emozionandoci, creando momenti di apprendimento totale. Buon divertimento!

C) TERZO LIVELLO
IL PROGRAMMA DIDATTICO

I contenuti e le abilità previste dal programma didattico si basano sui punti chiave del training linguistico:


1) PENSARE IN LINGUA, cioè imparare ad articolare istintivamente il pensiero e le parole  direttamente nella lingua strainiera, senza tradurre dall’Italiano. Arrivare alla “struttura profonda” del linguaggio facilita l’espressione della sua “struttura superficiale”. Per stimolare il processo di “pensare in lingua” servono:


2)   I SUONI DELLA LINGUA: esplorazione della fonetica come studio dei suoni propri di ogni linguaggio umano in termini di suoni specifici e di fisiologia del suono (come si articolano i suoni, consapevolezza del proprio apparato fonatorio). Assorbimento della musicalità e del ritmo della lingua straniera alla quale ci si accosta.


3)   LE PAROLE DELLA LINGUA (i mattoni della lingua): per parlare fluidamente una lingua è indispensabile conoscere “naturalmente” un vocabolario base. Questo significa che si associa istintivamamente ad un’immagine mentale un suono specifico in lingua straniera (la parola), senza tradurla dalla propria lingua madre. Senza i mattoni non si costruiscono le case... Questo meccanismo ci appartiene, è così che abbiamo imparato a parlare la nostra lingua madre. L’integrazione con tecniche di PNL e di memorizzazione avanzata facilita e potenzia questo processo.


4)   LA STRUTTURA DELLA LINGUA: ogni lingua possiede un’architettura di pensiero specifica, sulla base della quale un madrelingua inconsciamente si esprime e capisce l’interlocutore. E’ soltanto imparando a sbloccare la propria impostazione di pensiero (fissa) derivante dai processi di pensiero della propria lingua madre che si può accedere ad un potenziale di elasticità e fluidità di apprendimento ed espressione della lingua straniera. Questa parte di programma sviluppa la didattica tradizionale (grammatica, lessico, sintassi) a seconda dei livello di competenza verificato con un test di accesso.


La didattica è supportata da slides e strumenti multimediali (audio e video), questo in accordo con i presupposti della PNL, affinché l’apprendimento diventi un’esperienza (cenestesica) da vedere (visica) e ascoltare (uditiva) contemporaneamente. Nella preparazione delle slides il docente è attento a rendere fruibili le informazioni in modo chiaro (percezione uditiva), con l’ausilio di immagini e colori (percezione visiva) e, quando possibile, in movimento ed evoluzione (per soddisfare la percezione cenestesica).
Inoltre, in accordo con gli studi di Losanov e Gateva e del loro metodo suggestopedico per l’insegnamento delle lingue straniere, la fase di assimilazione viene stimolata già in aula attraverso la ripetizione per sperimentazione (imparo vedendo-ascoltando-facendo), coinvolgendo sia la sfera logica (il verbale), sia la sfera creativa (il non verbale), cioè l’espressività del corpo e l’uso della voce. Durante le sessioni di rilassamento si fa uso di musica classica barocca (mirabile compresenza di armonia, purezza di suono, coerenza del tempo e del ritmo) che favorisce l’allentarsi delle tensioni e predispone all’apprendimento globale.