Avere poca memoria è il tallone di Achille di migliaia di
studenti, ma fortunatamente esiste una formula segreta per imparare a ricordare
senza troppo sforzo.
Se solo
ricordassi il tuo nome ti chiederei dove ho lasciato le chiavi.”
Sticker
Bumper.
Quante
volte ti è capitato di pensare: “Acciderbolina!
Ho la memoria di un bradipo nano delle Ande svizzere! Se solo riuscissi a memorizzare di
più e più in fretta adesso
sarei in pari con i miei esami e potrei studiare in metà del tempo!“. Si,
magari non ti sarai paragonato esattamente ad un bradipo nano delle Ande svizzere,
ma il succo del discorso non cambia: hai poca memoria.
Nella
mia guida Studia
meno, Studia meglio sostengo che la memoria
sia solo uno dei tanti
strumenti a nostra disposizione per migliorare il rendimento
accademico. Al contrario, troppi studenti si affidano unicamente alla memorizzazione
per i propri esami, dimenticando l’importanza di adottare un metodo di studio “integrato”,
ovvero un metodo di studio che prenda in considerazione tutti gli aspetti
dell’apprendimento.
Si, si,
vabbè Andre’, il predicozzo lo hai fatto, tu hai la coscienza pulita, noi siamo
tutti felici e contenti, ma adesso spiegami ‘sta formula segreta della memoria
che mi aspettano 789 pagina di Diritto Privato. Su forza, scattare!
Già in
passato ho condiviso con te quelle che ritengo essere le tecniche di
memorizzazione più efficaci e ti ho anche raccontato di come
sia possibile, con la giusta pratica, memorizzare un libro
di 200 pagine in 40 minuti (beh, più o meno)… oggi vorrei fare
un passettino in più, vorrei spiegarti qual è la formula che si nasconde dietro
una memoria
prodigiosa e come puoi sfruttarla a tuo vantaggio per ricordare tutto
quello di cui hai bisogno.
La formula segreta della memoria
Tranquillo,
non voglio annoiarti a morte spiegandoti i meccanismi biochimici che regolano
la nostra memoria. La formula di cui ti parlerò in questo articolo in realtà è
molto semplice da
ricordare, e una volta che ne avrai capito il meccanismo di base
non ci sarà più libro di testo, data o fatto storico che potrà sfuggire alla
tua memoria.
Sei
pronto? Eccola qua…
Memoria
= (Emozioni x Frequenza) / Tempo
Questa
semplice formuletta afferma che: la nostra capacità di memorizzare
un’informazione è direttamente proporzionale alle emozioni che tale
informazione ha suscitato in noi e alla frequenza con cui questa informazione
ci viene riproposta; mentre è inversamente proporzionale al tempo intercorso
tra la prima volta che abbiamo recepito quella specifica informazione e
l’ultima volta che lo hai fatto.
Non
c’hai capito ‘na mazza, vero? Ok, semplifichiamo!
Se vuoi
memorizzare qualcosa devi provare delle forte emozioni, ripetere l’esperienza
quante più volte possibile e fare il tutto nel più breve lasso di tempo.
Così va
meglio, eh? Vediamo allora nel dettaglio i 3 elementi chiave della formula:
le Emozioni,
la Frequenza ed
il Tempo.
Emozioni
Pensa ad
un ricordo della tua infanzia che è ancora cristallino nella tua mente: cosa
stavi facendo in quel momento? Ma soprattutto, cosa stavi provando?
Sono
pronto a scommettere una tazzina di caffè che questo ricordo è legato a
delle emozioni
positive/negative molto forti. Dico
giusto o ho ragione?
Le
emozioni giocano un ruolo fondamentale nel processo di memorizzazione. Le
emozioni sono come il materiale su cui i ricordi vengono scritti: soffice sabbia di battigia per
quei ricordi che non hanno suscitato in noi particolari emozioni, marmo scolpito per
quei ricordi che ci hanno stravolto la vita.
Andre,
questa cosa del legame tra emozioni e memoria è tanto interessante quanto…
inutile! Con tutta la buona volontà, studio delle materie talmente noiose che
per emozionarmi un minimo dovrei darmi una martellata sull’alluce!
Vedo che
hai colto il punto: spesso abbiamo difficoltà a memorizzare, proprio perché non
riusciamo ad instaurare alcun rapporto emotivo con
ciò che stiamo studiando. Lo so, lo so, non è facile emozionarsi per un
trattato di biologia molecolare o un testo di diritto privato, ma EfficaceMente
che ci sta a fare se non ti fornisce qualche bella soluzione pratica?
Ripetere in dialetto
Ai tempi
dell’università il trucchetto che utilizzavo più spesso per memorizzare
trattati di ingegneria mortalmente noiosi era quello di ripeterli sostituendo
di tanto in tanto alcuni termini altisonanti con qualche bella
espressione in dialetto marchigiano. Così ad esempio, la seguente
definizione:
“Il controllo automatico di
un dato sistema (di un motore, di un impianto industriale,
di una funzione biologica come il battito cardiaco) si prefigge di
modificare il comportamento del sistema da controllare (ovvero le
sue uscite) attraverso la manipolazione delle grandezze d’ingresso”.
diventava,
“Il controllo automatico di
un aggeggio serve a cambia’ quello che fa ‘sto coso (ovvero quello che scappa)
andando a modifica’ quello che ce metti dentro”.
Naturalmente,
nel corso degli orali ho sempre risposto alle domande in perfetto italiano, che
neanche l’Accademia della Crusca, ma il trucchetto del dialetto mi permetteva
di ottenere un duplice risultato:
1.
Se riesci a descrivere qualcosa nei termini più semplici
possibili, come se lo dovessi spiegare a tua nonna, significa che hai capito
davvero quanto stai studiando e la comprensione è fondamentale per la
memorizzazione.
2.
Ripetere certe definizioni tecniche in dialetto ti fa sentire
talmente ridicolo, che le emozioni di ilarità che avrai scatenato scolpiranno
le informazioni nella memoria.
Ripetere
in dialetto è solo una delle possibili tecniche che puoi utilizzare per memorizzare
attraverso le emozioni. In generale ti suggerisco di rendere le
tue sessioni di studio “memorabili”: ripeti ad alta voce gesticolando in modo
plateale come se fossi sul palcoscenico di un teatro, associa personaggi buffi
di cartoni animati o sitcom televisive agli argomenti di studio creando
storielle improbabili, ripeti la tua lezione come se fosse una canzone RAP, e
così via.
Insomma,
se credi di avere poca memoria, impara ad utilizzare la tua fantasia per
aggiungere pepeai
tuoi pomeriggi di studio: non
potrai fare a meno di ricordare.
Frequenza
Come
abbiamo visto, le emozioni non bastano per creare un ricordo indelebile. Un
ruolo molto importante è giocato anche dalla frequenza di
ripetizione.
Questo
in fondo è un meccanismo molto ben conosciuto dai pubblicitari: ti bombardano
con un determinato spot televisivo finché al supermercato, magari
inconsapevolmente, sceglierai la loro marca di deodorante.
Come
utilizzare questa tecnica a nostro vantaggio? Come ho già avuto modo di
raccontarti in passato, il mio consiglio è quello di utilizzare un “protocollo di ripetizione“,
eccotene un esempio:
·
Ogni 50 minuti di studio, fai un elenco dei punti che desideri
ricordare e ripassali per 10 minuti (creando così sessioni di studio di 1h) .
·
Al termine della giornata (prima di andare a dormire), ripassa
l’elenco dei punti chiave per 10 minuti.
·
Dopo 3 giorni, ripassa per l’ultima volta l’elenco dei punti
chiave per altri 10 minuti.
Questi rinforzi ti aiuteranno
a stampare in modo indelebile nella tua memoria ciò che vuoi ricordare.
Tempo
L’ultimo
elemento della formula segreta della memoria è forse quello più trascurato ed è
forse la causa principale dei troppi studenti fuori corso che ci sono in
Italia.
Per preparare un esame efficacemente non
devi mai trascurare il fattore tempo:
come visto spiegando la formula della memoria, riuscirai a memorizzare tanto
più un insieme di informazioni quanto più vi sarai esposto in modo “massiccio”
in un lasso di tempo LIMITATO.
Questo
in fondo è il metodo di funzionamento dei corsi intensivi ed è il motivo che ne ha
decretato il successo.
Per lo
stesso motivo dovresti riuscire a dare un esame subito dopo averne frequentato
le lezioni, concentrando in pochi mesi la fase di apprendimento e studio. Se
questo non ti è possibile, ricordati del fattore tempo quando pianifichi la
tua sessione di esami universitari: concentra quanto più
possibile lo studio di un esame, evitando di passare da una
materia all’altra e diluendo così la tua preparazione.
Se vuoi approfondire come i limiti di tempo possono aiutarti a raggiungere i
tuoi obiettivi, ti consiglio di darti una letta alla “Legge di Parkinson“.
https://www.efficacemente.com/2012/09/poca-memoria/